APPELLI DELL'ARPA BIRMANA


DATA-BASE CADUTI DELLA REPUBBLICA SOCIALE ITALIANA

 
APPELLO PER LA BEATIFICAZIONE DI LUIGI LORENZI!
 
Chiunque abbia militato personalmente o fosse a conoscenza di qualcuno che abbia militato
 
nel BATTAGLIONE D'ASSALTO G.N.R. "ROMAGNA" (e segnatamente nella II Cp., ma non solo) fino al suo scioglimento, ed avendo personalmente visto (o ricevuto testimonianza da parenti, conoscenti amici, camerati che in quel BTG. abbiano militato)
 
e sappia qualcosa
 
degli ULTIMI ISTANTI del S.TEN. LUIGI (Gino) LORENZI,
crocifisso
dai partigiani comunisti
nel maggio 1945
presso la Cartiera di Burgo di Mignagola (Treviso)
dopo sommario processo,
 
E' PREGATO DI CONTATTARE CON LA MASSIMA URGENZA IL POSTULATORE DELLA CAUSA comunicando il proprio Nome, Cognome, Tel, Fax, e-mail, ecc. 
 
PER CONTATTI:
 
Nob. Dott. Diego ZOIA
C.P. 32
20010 INVERUNO (MI)
mail: diegozoia@virgilio.it
 
Si ringrazia fin d'ora chiunque si renda disponibile per quest'opera pia. 
repere 05 
 

 Al  PRESIDENTE della Repubblica Italiana ROMA
ON.LE DR. CARLO SCOGNAMIGLIO  Ministro della Difesa 00100 ROMA
 AL SIG.COMANDATE GENERALE DELL'ARMA DEI CARABINIERI  Siracusa Dr. Luigi 00100 ROMA
 AL SIGNOR PRESIDENTE DEL COCER  Presso Comando Generale Arma Carabinieri 00100 ROMA
 AL SIGNOR PRESIDENTE DELL'A.N.C.  Via C. A. Dalla Chiesa n. lla 00100 ROMA
 
    Sorpresi nel sonno, avvelenati, torturati ed infine tagliati a pezzi. Fu questo il tragico destino di ben dodici giovani Carabinieri, catturati da partigiani alle Cave dei Predil, nell'alto Friuli.
 
    I Carabinieri costituivano un presidio a difesa della centrale idroelettrica di Bretto. Il 23 Marzo 1945 i partigiani presero in ostaggio il Vicebrigadiere Dino PERPIGNANO, comandate dei presidio che stava rientrando negli alloggiamenti, sotto la minaccia delle armi, lo costrinsero a pronunciare la parola d'ordine e, con facilità, una volta entrati nel presidio, catturarono tutti i Carabinieri, già in parte addormentati.
    Dopo il saccheggio, i dodici militari furono deportati nella Valle Bausizza e rinchiusi in un fienile ove fu loro servito un pasto nel quale era stata inglobata soda caustica e sale nero. Affamati, inconsciamente mangiarono quanto gli era stato servito, ma, dopo poco, le urla e le implorazioni furono raccapriccianti e tremende. Erano stati avvelenati e la loro agonia si protrasse fra atroci dolori per ore ed ore.
    Stremati e consumati dalla febbre, Pasquale RUGGIERO, Domenico DEL VECCHIO, Lino BERTOGLI, Antonio FERRO, Adelmino ZILIO, Fernando FERRETTI, Ridolfo CALZI, Pietro TOGNAZZO, Michele CASTELLANO, Primo AMENICI, Attilio FRANZON, quasi tutti ventenni (e mai impiegati in altri servizi tranne quello a guardia della centrale, cui erano stati sempre preposti), furono costretti a marciare fra inesorabili ed inenarrabili sofferenze ed insopportabili sacrifici fino a Malga Sala ove li attendeva una fine orribile.
    Il Vicebrigadiere PERPIGNANO fu preso e spogliato; gli venne conficcato un legno ad uncino nel nervo posteriore dei calcagno ed issato a testa in giù, legato ad una trave; poi furono incaprettati.
    A quel punto, i macellai, pseudo partigiani, cominciarono a colpire tutti con i picconi: a qualcuno vennero asportati i genitali e conficcati in bocca, a qualche altro fu aperto a picconate il cuore o frantumati gli occhi. 
   All'AMICI venne conficcata nel cuore la fotografia dei suoi cinque figli mentre il PERPIGNANO veniva finito a pedate in faccia ed in testa.
    La "mattanza" terminava con i corpi dei malcapitati legati col fil di ferro e trascinati, a mo' di bestie, sotto un grosso masso.
    Ora le misere spoglie di questi Carabinieri Martiri/eroi riposano, dimenticati dagli uomini, dalla storia e dalle Istituzioni, in una torre medievale di Tarvisio le cui chiavi sono pietosamente conservate da alcune suore di un vicino convento.
    Dei fatti si sta interessando la Magistratura nella persona dei Procuratore Capo di Tolmezzo.
    Nei cinquanta anni trascorsi, fino ad oggi, nessuno ha mai portato un fiore, ha fatto celebrare una S. Messa, ha commemorato la loro fine, ha posto una lapide in memoria di questi martiri, morti e dimenticati.
 
    ALLA LUCE DI QUESTO ORRIBILE, TRAGICO EPISODIO, CERTI E SICURI D'INTERPRETARE I SENTIMENTI ED IL PENSIERO Di TUTTI COLORO CHE, PURTROPPO, SOLTANTO ADESSO SONO VENUTI A CONOSCENZA DI QUESTO SACRIFICIO, CON TUTTO IL PROFONDO RISPETTO E PIU' ANCORA DEFERENZA VERSO LE AUTORITA' E LE ISTITUZIONI COSTITUITE ED INTERESSATE SI CHIEDE
- Quale tributo, quale riconoscimento, quale pensiero vuole rivolgere la Patria, il Paese, a questi eroi dimenticati?
- Quali i veri motivi per i quali, un fatto così efferato, selvaggio e barbaro, che ha colpito un intero reparto di ben dodici Carabinieri, è stato inopportunamente taciuto fino ad ora Mentre sembra che i feroci carnefici, autori della strage, impuniti ed indisturbati, godano addirittura di pensioni o sovvenzioni speciali dello Stato Italiano?
- Come il Capo dello Stato, nella sua alta qualità di Comandante Supremo delle Forze Armate Italiane, può tollerare, NON conoscere o sottacere su un così tragico episodio che colpisce in profondità l'Arma dei Carabinieri, prima Arma dell'Esercito?
- Come intendono intervenire il Capo dello Stato, il Ministro della Difesa ed il Comandante Generale dell'Arma dei Carabinieri per far completa luce su questo tremendo, cruento, raccapricciante ed inconcepibile eccidio? E come intendono riconoscere pubblicamente il sacrificio di queste giovani vittime del dovere e procedere, ora per allora, alla loro pubblica commemorazione e per dare, finalmente, una degna, cristiana ed opportuna sepoltura ai loro poveri e miseri resti, con i meritati e prescritti onori militari? Ciò anche come solo fatto storico di un eccidio che Non deve essere sottaciuto né tanto meno dimenticato, ma ricordato a futura memoria perché episodi analoghi, così cruenti, barbari, selvaggi e non concepibili da sane menti umane, non abbiano più a verificarsi.
- Se, sia l'Arma in servizio sia quella in congedo (nelle persone dei loro legali e legittimi rappresentanti), non ritengano di interessarsi in qualsiasi modo, eventualmente unicamente ai familiari, per tutelare la dignità, la memoria, il ricordo (specie dei loro sacrificio), l'onore della divisa che indossavano, la reputazione ed il buon nome di questi eroi, tutori dell'ordine, fedeli difensori e servitori dello Stato.
- Infine di far conoscere quali siano i veri responsabili di questo lungo ed intollerabile silenzio su questa grave "intollerabile" dimenticanza e quali le vere motivazioni che hanno voluto o imposto la mancata divulgazione di questa atroce "mattanza/eccidio"
 
*
 
    Si prega di voler ricopiare (coi comandi selezione-mouse e Ctrl+C) il presente appello per riportarlo su un foglio sul quale apporrete la vostra firma precisando: nome e cognome, data e luogo di nascita, indirizzo di residenza (via e comune) e possibilmente citando un documento di identità con il numero di serie.
 
INVIARE A:
Cav. Maresciallo in Congedo dei CC
Arrigo Varano
Via Sabotino 34
25128 Brescia
Tel. 030-3384411

COMITATO
"IL MESSAGGIO DELL'IMPERATORE"
casella postale n. 144
14100 Asti. 
 
    Da circa un anno (1997) in Piemonte ed in altre regioni d'Italia, è sorto il comitato "ll messaggio dell'Imperatore". Lo scopo del comitato è di dare degna sepoltura a tutte le vittime della seconda guerra mondiale di qualsiasi genere e ideologia d'appartenenza che ancora oggi, dopo cinquant'anni, giacciono insepolte in moltissimi luoghi. Se vuoi dare una mano al comitato con informazioni o se vuoi iscriverti invia senza timori una tua missiva a: Il Messaggio dell'Imperatore.
    Se vuoi semplicemente saperne scrivici, sarà per noi un piacere spiegarti come e perché ci siamo costituiti. Grazie all'aiuto di persone come te il comitato in Piemonte è già riuscito nella sua opera. Nella zona di Moncucco Torinese sono già stati ritrovati resti umani e si è già avviata la pratica di sepoltura e restituzione alle famiglie. Aiutaci e fai in modo che Moncucco non resti un caso isolato. Grazie!

    Esistono due elenchi, che sono in via di aggiornamento, con i nomi dei caduti della Repubblica Sociale Italiana curati da due diversi enti con criteri differenti. Riportiamo quà sotto gli estremi per poter contattare i curatori degli elenchi, qualora abbiate nomi di Caduti da aggiungere.

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