Antonio Serena I GIORNI DI CAINO
Ed. Panda - Padova, L. 38. 000. Pagg. 596. Il libro potrà essere
richiesto a: PIVA IMELDA Via Monte Civetta, 33 (distribuzione "Pegasus"),
31044 MONTEBELLUNA (TV).
Serena, Antonio
ISBD:
I giorni di Caino : il dramma dei vinti nei - Padova : Panda, 1990 - 594
p. : ill. ; 25 cm.
Livello
bibliografico: Monografia
Tipo
documento: Testo a stampa
Nomi:
Serena , Antonio
Soggetti:
Resistenza - Veneto - Eccidi
Classificazione:
945.3 - STORIA. VENETO
Paese
di Pubblicazione: IT
Lingua
di Pubblicazione: ita
Localizzazioni:
AL0135 - Biblioteca dell'Istituto per la storia della Resistenza e della
societa' contemporanea in provincia di Alessandria - Alessandria - AL
BL0081 - Biblioteca dell'Istituto
storico bellunese della Resistenza e dell'eta' contemporanea - Belluno
- BL
FI0098 - Biblioteca nazionale
centrale - Firenze - FI
MI0339 - Biblioteca delle
Civiche raccolte storiche. Museo del Risorgimento - Milano - MI
PD0158 - Biblioteca universitaria
di Padova - Padova - PD
PD0316 - Biblioteca generale
della Facolta' di scienze politiche Ettore Anchieri dell'Universita' degli
studi di Padova - Padova - PD
PD0328 - Biblioteca del
Dipartimento di storia dell'Universita' degli studi di Padova - Padova
- PD
RA0030 - Biblioteca di storia
contemporanea - Ravenna - RA
RM0267 - Biblioteca nazionale
centrale Vittorio Emanuele II - Roma - RM
TV0033 - Biblioteca comunale
- Cornuda - TV
TV0034 - Biblioteca comunale
- Crespano del Grappa - TV
TV0114 - Biblioteca comunale
- Treviso - TV
VI0005 - Biblioteca Archivio
Museo - Bassano del Grappa - VI
Codice
identificativo: IT\ICCU\CFI\0189681
Presentazione
in Formato ISBD
Quando, qualche anno fa, Toni Serena mi confidò
di avere in testa l'idea di scrivere un libro sui massacri di fascisti,
o presunti tali, perpetrati nel Veneto durante la guerra civile '43-'45,
ma soprattutto nell'immediato dopoguerra, ebbi l'istinto di dirmi (non
di dirgli): "Ma questo qua è matto! E' una cosa impossibile..."
Sapevo quello che mi dicevo. Troppo tempo era passato da quei giorni dell'odio
decretato e coltivato dall'establishment Politico insediatosi in Italia
al seguito dei vincitori stranieri, per pretendere di sollevare la cappa
di silenzio che gravava da sempre su quelle povere vittime. Una coltre
di vecchie reticenze e menzogne ormai così polverosa e stantìa,
ché affondarvi le mani a distanza di mezzo secolo avrebbe voluto
dire annaspare nel nulla. Serena si sarebbe votato alla disperata ricerca
di un esercito di fantasmi. E poi, tutto da solo, senza finanziamenti di
Enti o Partiti, e aggiungiamoci gli immancabili ostacoli che avrebbe incontrato
per via: terra proibita per un'iniziativa del genere, l'altro volto della
"Resistenza", i suoi santuari intoccabili, i sui "scheletri"
negli armadi"...Senza parlare della vastità della zona su cui
egli avrebbe dovuto operare, un'intera Regione. Ma non gli dissi nulla,
tanto accesi di voglia di fare erano i suoi occhi. Non ebbi, insomma, il
coraggio di ... scoraggiarlo.
Passò qualche tempo e c'incontrammo di nuovo.
"Beh, e il tuo libro?", azzardai.
"Va avanti, è dura da creparci su, ma
va avanti". Lo guardai sorpreso. Dunque, quel lavoro da matti lo aveva
cominciato! Ma quando e come sarebbe finita? La risposta fu convincente
e immediata. Tirò fuori da una borsa un voluminoso scartafaccio
e me lo spalancò sotto il naso. Voltai e rivoltai quelle carte con
attenta meraviglia. Una caterva di appunti, di schede, lettere, fotografie,
opuscoli, ritagli di vecchi giornali, elenchi di Caduti forniti da Parrocchie
e Anagrafi comunali, cartine topografiche, atti processuali... Ce n'era
per fare altro che un libro!
"Ma io spero che il malloppo si ingrossi. Mi
sono messo in contatto con un sacco di gente, parenti dei caduti, camerati
scampati agli eccidi, amici, conoscenti. All'inizio non è stato
facile. Da quei tragici giorni era come se il mondo si fosse fermato per
sempre, annichilito. E poi, più il tempo passa, più i ricordi,
anche i più crudi, tendono ad affievolirsi. Tanti i testimoni scomparsi
... Ma una volta liberata la strada dai primi ostacoli, le cose si sono
mosse in un certo senso da sole. Avevo rotto il ghiaccio, sciolto un triste
incantesiino. Cominciarono ad arrivarmi segnalazioni, messaggi, documenti,
chiamate da ogni luogo, paesi e città. Ho girato anche pei cimiteri,
in cerca di tombe dimenticate, di vecchie immagini sbiadite. Ma c'è
ancora tanto da fare, e ormai non posso più tirarmi indietro...".
E Serena indietro non si tirò. Anzi bisognava
allargare il giro degli aiuti, e allora anch'io gli diedi una mano per
quel tanto che potevo fare nella mia zona Rovigo. La guerra civile in Alta
Italia non aveva risparmiato contrada, e anche il Polesine era stato teatro
di efferatezze compiute anche sull'altro versante, quello partigiano, ma
che una pubblicistica di parte, senza tema di associare il ridicolo all'odioso,
aveva sempre divulgato con i soliti distinguo, aggravati da miserabili
manomissioni e invereconde interpretazioni che con la Storia non hanno
nulla da spartire. Tutti i buoni da una parte, tutti i cattivi dall'altra.
La solita... storia. Ed èproprio sotto questo profilo che qui balza
in tutta la sua importanza l'iniziativa di Serena. Era ora che arrivasse
qualcuno per dire "basta! " alle verità di comodo, alla
Storia vista da un solo lato, ai complotti del silenzio.
Adesso è fatta, il libro progettato da Serena
è una realtà, è qui che ne sfoglio le bozze, seicento
e più pagine di testimonianze scritte e illustrate, non di rado
tremende nella loro nuda documentazione, e dobbiamo tutti essergliene grati.
Specie i giovani, che non hanno mai saputo delle atrocità, delle
viltà, degli eccidi consumati sui vinti, spesso inermi prigionieri,
a guerra finita, da autentici carnefici e non di rado con la benedizione
dei loro timorati alleati in partigianeria. Un libro, in sostanza, che
mette a posto le cose, che va ad equilibrare finalmente il senso della
Storia almeno dalle nostre parti. Pubblicazione di fatti a contrapposizione
di altri fatti grazie ad una ricerca che ha prodotto la loro congiunzione,
amalgama e serematura necessari alla chiarificazione del tutto. Controlli
incrociati a demolire abiette falsità, ad occupare sulla scacchiera
le caselle ad arte "saltate" da un'ufficialità mentitrice,
con preziosi essenziali ricuperi. E' un gran merito. Ma è stata
anche un gran faticaccia. Dopo quasi cinquant'anni da quegli avvenimenti,
infatti, uno scavo come questo nella cronaca ma senza uscire dalla Storia,
diventa eroico. Perché, a un certo punto, le testimonianze "vive"
sono dei superstiti aggrappati alle loro memorie, tra bocche chiuse o interessate
al silenzio. Tutto rigorosamente documentato, naturalmente. Il ritorno
alla luce di quanto sembrava perduto per sempre. Sì, è arduo
operare in certe condizioni. D'altra parte, in queste cose, non si può
scrivere per scrivere. Non è come nei romanzi.
Qui bisogna raccontare ciò che è stato,
correre dietro alla sostanza, afferrare l'autenticità. E allora
si scarta il vago e si ritorna sul luogo del delitto, altrui, con maggior
cautela.
Un immane reticolo di fili spezzati, e non se ne
rifà la trama senza un paziente, minuzioso lavoro di riannodamenti
logici, dei quali la coscienza è il primo artefice. Ma c'è
un altro aspetto che forse a qualcuno sfuggirà: che qui non si fa
politica partitica. Qui c'è uno sforzo fuori moda e che è
un altro pregio dell'opera: quello dell'onestà civile usata nell'esposizione
dei fatti, nell'obiettività dei giudizi. Un filtraggio continuo,
eticamente accorto, che deve essere costato a Serena una seconda fatica.
Perché qui, nonostante il filo diretto che lega il giovane autore
agli ideali per i quali tanti "antichi" e a lui sconosciuti camerati
furono cinicamente e vigliaccamente assassinati, la "narrazione"
di quelle tragiche vicende è fondata sullo scrupolo dello studioso
che ha davanti a sé soltanto uno scopo: strappare la verità
al silenzio.
Non è un libro che chiede vendetta, ma solo
giustizia. E' la memoria storica ritrovata in una grande inchiesta condotta
sul crinale del tempo. Tutt'intorno, abissi di silenzio e deboli luci nell'oscurità.
Senza questa avventura, di passione, il versante del passato si sarebbe
di lì a poco e per sempre tirato nel fondo ogni altra umana possibilità
di ricupero. Prima di questo libro, infatti, non c'erano che frammenti
e brandelli separati e dispersi di un unico, immane martirio senza volto.
Ora, invece, qui c'è un assemblaggio impressionante di dati concreti
che ne fa un corpus unico e della cui realtà solo adesso ci si può
rendere conto. Qualcuno, naturalmente, griderà allo scandalo, alla
provocazione "fascista". Lasciamoli squittire, ci siamo abituati.
Queste pagine, invece, non sono una rappresaglia. Inflessibili, però.
Ma di una crudezza non voluta. Una durezza che si fa tale da sé,
a mano a mano che i fatti vanno a riprendersi il loro posto alla luce del
sole, a riempire persino i vuoti creati dall'assenza dell'altrui rimorso.
Nessuna vendetta, anche perché ormai nessuno può più
rispondere di quegli infami delitti, compreso quello dell'oblìo
calcolato. I "vincitori" continuarono ad infierire sui "vinti",
(privandoli anche del loro ricordo) forse per vendicarsi della loro superiorità
di martiri. Il fantasma di una punizione che non ammette indulgenza aleggerà,
semmai, abbagliato da verità rivelata.
E' stata dura, per Serena, ma alla fine ce l'ha
fatta, col rovesciamento di tutto ciò che per tanti anni era stato
solo omertà, inerzia e menzogna. Il suo è stato uno sforzo
che merita riconoscente attenzione da parte di tutti.
NUOVO FRONTE N. 109 (1991). Angelo Savaris. Rubrica "Leggiamo
assieme" a cura di M. Bruno.
***
L'abbattimento del muro di Berlino, anche se lentamente,
sta producendo i suoi effetti in Italia.
Il bastione eretto a protezione di una ideologia
demenziale e assassina, che ha seminato morte e distruzione in ogni angolo
della terra per settant'anni, nel suo franare si porta dietro i demoni
dell'infamia e dalle polveri emerge trionfante la Verità.
Antonio Serena dà una buona mano in questo
compito ed il Suo lavoro è ancora più encomiabile perché
non redatto sulla scia di risentimenti personali in quanto, nato nel dopoguerra,
può affrontare gli argomenti nell'ottica di un sereno resoconto
dei fatti senza partigianeria.
Ancora oggi, passando per certe contrade, sembra
impossibile che in quei luoghi, ad opera di tristi figuri, siano stati
perpetrati tanti eccidi e mostrata tanta disumana ferocia. Ma i fatti sono
lì, documentati, parlano da soli e nel testo di Serena prendono
vita le vittime, i carnefici ed i testimoni meticolosamente elencati come
risultano dagli esiti processuali.
Alla vigliaccheria si contrappone il coraggio, ai
valori ideali l'attitudine all'omicidio e al furto. Tutto è documentato
e balza in netta evidenza la diversità dello stile di vita che informa
i Soldati della R. S.I. ed i componenti delle bande comuniste. Fra le due
parti in causa si agita una terza parte che tratta e contratta senza avere
la capacità di far rispettare i patti agevolando inconsapevolmente
l'immane strage.
Ancora oggi, questa terza parte ricerca la benevolenza
dei comunisti per non essere disturbata nei propri personali intrallazzi
e nulla fa perché giustizia sia fatta.
E' ora che tutti sappiano ove alberga l'odio di
parte, è ora che i Soldati uccisi a tradimento da belve con sembianze
umane siano onorati e rispettati. Schio, Oderzo, Codevigo, Thiene, Mignagola,
Fregona, Bus de la Lum, le cento foibe del Cansiglio e del Carso, sono
solo alcune delle tappe del Martirio dei Soldati dell'Onore e di tanti
altri Italiani, ma sono anche il simbolo del disonore dei partigiani comunisti.
L'opera di Antonio Serena merita attenzione; essa
è frutto di lunghe ricerche svolte con meticolosità e serietà.
E' un notevole contributo al ristabilimento della verità storica
di un periodo fra i più tristi della storia d'Italia.
NUOVO FRONTE N. 105 (1991) Rubrica "Leggiamo assieme"
a cura di M. Bruno.
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Franco Franchi CARO NEMICO La Costituzione
scomoda di Duccio Galimberti eroe nazionale della Resistenza.
pag. 160 - L.22.000 Ed. Settimo Sigillo Via Pietro Cavallini 27 - Roma
Franchi, Franco
ISBD:
Caro nemico : la costituzione scomoda di Duccio - Roma : Il Settimo sigillo,
1990 - 153 p. ; 22 cm. - Saggi
Collezione:
Saggi
Livello
bibliografico: Monografia
Tipo
documento: Testo a stampa
Nomi:
Franchi , Franco
Repaci, Antonino
Galimberti, Tancredi
Paese
di Pubblicazione: IT
Lingua
di Pubblicazione: ita
Localizzazioni:
BL0081 - Biblioteca dell'Istituto storico bellunese della Resistenza e
dell'eta' contemporanea - Belluno - BL
TO0473 - Biblioteca dell'Istituto
storico della Resistenza in Piemonte - Torino - TO
VI0096 - Biblioteca civica
Bertoliana - Vicenza - VI
Codice
identificativo: IT\ICCU\VIA\0003445
***
Galimberti, Tancredi
ISBD:
Caro nemico : la Costituzione scomoda di Duccio - Roma : Settimo sigillo,
1990 - 153 p. ; 22 cm. - Saggi
Collezione:
Saggi
Livello
bibliografico: Monografia
Tipo
documento: Testo a stampa
Nomi:
Galimberti, Tancredi
Repaci, Antonino
Franchi , Franco
Paese
di Pubblicazione: IT
Lingua
di Pubblicazione: ita
Localizzazioni:
BO0304 - Biblioteca comunale dell'Archiginnasio - Bologna - BO
CT0062 - Biblioteca regionale
universitaria - Catania - CT
Codice
identificativo: IT\ICCU\PAL\0004713
Di fronte allo sfacelo della nostra Italia è
ancora problematico parlare di riforme atte a dare al Paese la possibilità
di un governo che voglia e sappia governare per tutto il suo mandato.
E' da anni che il M.S.I. si batte per l'elezione
diretta del Capo dello Stato ed oggi, dopo tanti dissensi, si riconosce
validità all'idea.
L'uomo della strada l'ha fatta sua.
L'Autore, impegnato nel dibattito sulle riforme
costituzionali, trova intonso nella biblioteca della Camera il testo del
Progetto Costituzionale di un nuovo Stato scritto da Duccio Galimberti
e da Antonio Repaci pubblicato dallo stesso Répaci nel 1946 come
testamento spirituale dell'amico caduto.
Il testo riserva due sorprese: la militanza politica
degli Autori ed il contenuto.
Duccio Galimberti, prima Medaglia d'Oro ed eroe
nazionale della Resistenza, è il capo delle brigate partigiane «Giustizia
e Libertà»; esponente di spicco del Partito d'Azione viene
fucilato, per la sua attività politica e militare, dai militi della
RSI.
Antonio Répaci, nipote di Leonida Répaci,
è anch'egli un ardente al Partito d'Azione.
Il progetto, redatto nel 1943, porta in sè
il rifiuto netto del ritorno alla parolaia e corrotta partitocrazia ed
accetta dal Fascismo tutti quei concetti e fermenti innovatosi necessari
per una efficente organizzazione dello Stato e della società.
Il destino ha voluto che non i «democratici»
raccolgono il messaggio, ma un «nemico» un fascista della RSI
che non nasconde il suo turbamento nel constatare come, su barricate diverse,
vi fossero uomini che «sognavano lo stesso ideale di Stato e di società».
Nasce così l'impegno di Franchi per rilanciare
la sfida all'antifascismo becero come sempre sospettoso di ritorni autoritari.
Divieto dei partiti politici e rappresentanza affidata
alle categorie produttrici; divieto di sciopero e controversie collettive
di lavoro affidate alla Magistratura; organizzazione del lavoro unica e
riconosciuta dallo Stato, partecipazione dei lavoratori agli utili delle
imprese; giusto limite alla proprietà privata; rifiuto del regionalismo
ed enti locali «ausiliari dello Stato»; elezione popolare diretta
del Sindaco, unico capo del Comune.
Questi ed altri sono i cardini del pensidero di
Duccio Galimberti che trovano piena assonanza nella Costituzione della
R.S.I. Come non rimanere spiritualmente turbati?
L'autore manifesta in toto questo turbamento ed
a ciò si aggiunge il rammarico della scomparsa di Duccio Galimberti
che certamente, in sede opportuna, si sarebbe battuto per una «Costi
tuzione» migliore e meno indulgente nei confronti dello strapotere
dei partiti.
Il saggio di Franchi si conclude denunciando la
relazione della «Commissione Bozzi» ed il rifiuto del Parlamento
a porre mano ad una vera riforma costituzionale.
Il testo, redatto e commentato in forma chiara è
di gradevole lettura e di concreta attualità politica.
NUOVO FRONTE N. 107 (1991) Rubrica "Leggiamo assieme"
a cura di M. Bruno.
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Alberto Balboni, Edda Bonetti, Guido Menarini,
REPUBBLICA SOCIALE E RESISTENZA: Ferrara 1943-1945
Ed. Politeia, Via Malborghetto 24, Ferrara, pag. 214 - Lit. 20.000
Balboni, Alberto
ISBD:
Repubblica Sociale e Resistenza : Ferrara - Ferrara : Politeia, stampa
1990 - 211 p. ; 25 cm.
Livello
bibliografico: Monografia
Tipo
documento: Testo a stampa
Nomi:
Balboni, Alberto
Bonetti , Edda
Menarini, Guido
Paese
di Pubblicazione: IT
Lingua
di Pubblicazione: ita
Localizzazioni:
BO0305 - Biblioteca comunale di Storia della Resistenza - Bologna - BO
Codice
identificativo: IT\ICCU\UBO\1751152
***
Balboni, Alberto
ISBD:
Repubblica sociale italiana e Resistenza : - Ferrara : Politeia, [1990]
- 213 p. ; 24 cm.
Livello
bibliografico: Monografia
Tipo
documento: Testo a stampa
Nomi:
Balboni, Alberto
Bonetti , Edda
Menarini, Guido
Soggetti:
Ferrara - 1943-1945
Classificazione:
945.45091 - STORIA DI FERRARA (PROV.). 1919-1946
Paese
di Pubblicazione: IT
Lingua
di Pubblicazione: ita
Localizzazioni:
FE0017 - Biblioteca comunale Ariostea - Ferrara - FE
FI0098 - Biblioteca nazionale
centrale - Firenze - FI
RM0267 - Biblioteca nazionale
centrale Vittorio Emanuele II - Roma - RM
Codice
identificativo: IT\ICCU\CFI\0176642
Le nuove «vecchie» scoperte degli assassinii
perpetrati dai partigiani comunisti consentono di non trovarsi più
soli a denunciare quanto infida fosse l'azione del partito comunista per
trascinare l'Italia in un vortice di vendette e di sangue.
A dire il vero c'è riuscito in pieno, ma
di ciò dobbiamo ringraziare l'ignavia dei vari appartenenti al CLN
che si dimostrarono incapaci di isolare i comunisti.
Non furono pochi i casi in cui costoro posero gli
altri «resistenti» di fronte al fatto compiuto. Dagli archivi
nuove scoperte: un milione di soldati tedeschi, prigionieri di guerra,
morti di maltrattamenti, fame, stenti ed epidemie nei campi di concentramento
americani e francesi tra il 1945 ed il 1946; a Dachau 500 soldati tedeschi
prigionieri feriti e convalescenti uccisi da soldati americani del III°
Battaglione del 157° Regg. della 45a Divisione; le Fosse di Katin e
gli eccidi russi completano un fosco quadro del quale conoscevamo solo
il comportamento delle SS di Himmler.
Dell'utopia sanguinosa che fu il comunismo noi ben
conosciamo i metodi ed i sistemi, e l'opera presentata è apprezzabile
per la ricerca che gli autori hanno posto in essere per darci un quadro
quanto più esatto possibile della situazione che la R.S.I. dovette
affrontare per far fronte alle provocazioni comuniste e per evitare la
guerra civile.
Facendo ricorso alla «memoria storica»
veniamo riportati all'estate del 1943, premessa ai fatti successivi.
Sono molti i tentativi di pacificazione, ma l'uccisione
di Iginio Ghisellini ripropone la vendetta e così ha inizio la spirale.
Gli autori proseguono descrivendo i rapporti con
gli Alleati germanici e quelli fra il Regno del Sud e gli occupanti Anglo-americani.
L'autonomia della R.S.I. viene ampiamente dimostrata,
così come è dimostrata la inconsistente capacità di
governo del Regno del Sud. Il fenomeno partigiano nel Ferrarese viene analizzato
con cura dimostrando che eccidi e ritorsioni avvenivano solo in quelle
località ove prevalente era la pressione comunista. Eccidi e vittime
del dopoguerra, sempre ad opera dei soliti carnefici, concludono l'opera.
Lettura interessante, dolorosa, che risveglia emozioni
e sentimenti specie in chi non è mai stato piegato dalla faziosità
di questo regime che bara capovolgendo le carte in tavola. Chi vuol conoscere
la verità può farlo.
NUOVO FRONTE N. 110 (1991) Rubrica "Leggiamo assieme"
a cura di M. Bruno.
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