Fernando Ritter FASCISMO ANTIFASCISMO CONTRIBUTO
ALLA STORIA D'ITALIA DAL 1860
Edizione fuori commercio. Milano. Eredi F. Ritter, 1992, pp. 172, cm.
17x24, s.i.p
Ritter, Fernando
ISBD:
Fascismo ed antifascismo : contributo alla - Roma : Settimo Sigillo, [1991]
- 198 p. ; 17 cm. - Piccola biblioteca
Collezione:
Piccola biblioteca
Livello
bibliografico: Monografia
Tipo
documento: Testo a stampa
Nomi:
Ritter , Fernando
Paese
di Pubblicazione: IT
Lingua
di Pubblicazione: ita
Localizzazioni:
TO0636 - Biblioteca interdipartimentale Gioele Solari dell'Universita'
degli studi diTorino - Torino - TO
TO0646 - Biblioteca del
Dipartimento di filosofia e di ermeneutica filosofica e tecniche dell'interpretazione
dell'Universita' degli studi di Torino - Torino - TO
Codice
identificativo: IT\ICCU\TO0\0766650
***
Ritter, Fernando
ISBD:
Fascismo, antifascismo : contributo alla storia - Nuova ed - Milano : [s.
n.], 1992 (Azzate : Tibiletti) - 167 p. ; 24 cm.(( - Ed. f. c.
Collezione:
Piccola biblioteca
Livello
bibliografico: Monografia
Tipo
documento: Testo a stampa
Numeri:
Bibliografia Nazionale - 92-7774
Nomi:
Ritter , Fernando
Soggetti:
Italia - Storia - 1860-1987 - Saggi
Paese
di Pubblicazione: IT
Lingua
di Pubblicazione: ita
Localizzazioni:
FI0098 - Biblioteca nazionale centrale - Firenze - FI
MI0162 - Biblioteca comunale
- Palazzo Sormani - Milano - MI
MI1155 - Biblioteche pubbliche
rionali - Milano - MI
NA0079 - Biblioteca nazionale
Vittorio Emanuele III - Napoli - NA
RM0267 - Biblioteca nazionale
centrale Vittorio Emanuele II - Roma - RM
Codice
identificativo: IT\ICCU\CFI\0256024
***
Ritter, Fernando
ISBD:
Fascismo antifascismo : contributo alla storia - Roma : Settimo sigillo,
c 1991 - 198 p. ; 17 cm - Piccola biblioteca
Collezione:
Piccola biblioteca
Livello
bibliografico: Monografia
Tipo
documento: Testo a stampa
Nomi:
Ritter , Fernando
Soggetti:
Fascismo
Paese
di Pubblicazione: IT
Lingua
di Pubblicazione: ita
Localizzazioni:
BO0305 - Biblioteca comunale di Storia della Resistenza - Bologna - BO
MI0162 - Biblioteca comunale
- Palazzo Sormani - Milano - MI
Codice
identificativo: IT\ICCU\LO1\0098334
Un nuovo testo da consultare ed approfondire per
ben comprendere quella pagina di storia che i ladroni di regime per quasi
cinquant'anni hanno cercato di stracciare o di alterare con la menzogna
sistematica riportata nei libri di testo delle scuole italiane.
L'Autore, scomparso nel 1987, ci ha lasciato la
testimonianza di un periodo della nostra vita nazionale fra i più
fecondi per realizzazioni ed opere.
I riferimenti sono storici, non menzogne di regime,
ed hanno il pregio della chiarezza.
Il Fascismo e l'Antifascisrno sono analizzati dalle
loro origini fino ai giorni nostri, attraverso i fatti del primo dopoguerra,
l'avvento del Fascismo, il consenso ottenuto e il comportamento degli antifascisti
durante e dopo il Fascismo, con particolare riguardo al -periodo della
guerra e alle stragi dei dopoguerra. Solo attraverso questa analisi e la
conoscenza dei fatti si può argomentare la logicità degli
avvenimenti odierni che bollano a sangue una classe politica la quale,
in nome dell'antifascismo e della Resistenza, ha depredato l'Italia.
Il libro, che si presenta in una curata veste editoriale,
può essere richiesto a «» dietro versamento di un'offerta
libera.
NUOVO FRONTE N. 129 (1993) Rubrica "Leggiamo assieme"
a cura di M. Bruno.
***
Una testimonianza preziosa. Fascismo e antifascismo. Peccato sia pubblicazione
fuori commercio, peccato davvero perché questo è un libro
che meriterebbe di essere letto da tanta gente, soprattutto dai giovani
d'oggi che vengono raggirati con bugie e falsità che rischiano poi
di diventare storia. Un libro che se avessimo il potere renderemmo obbligatorio
nelle scuole superiori. Un libro che racconta che cos'era il Fascismo (la
lettera maiuscola è nostra perché l'Autore, a conferma della
sua onesta imparziale informazione questa parola la scrive sempre con iniziale
minuscola, come del resto fa anche per il termine "Duce" scrivendola
con iniziale maiuscola), cos'era il Fascismo nel bene e nel male, senza
tranciare giudizi che vuol lasciare alla storia, proprio come ha detto
Gianfranco Fini rispondendo alla domanda provocatoria di un intervistatore
televisivo - per la precisione Minoli di "Mixer" - "Noi
siamo troppo vicini a quel periodo per non essere faziosi, il giudizio
lasciamolo alla storia".
Fernando Ritter, che è autore del volume di cui parliamo, nato
a St. Blaise in Svizzera, da famiglia elvetica, a Milano per lavoro dal
1919, cittadino italiano dal 1935, è mancato nel 1987 e poco prima
di spegnersi ha finito la raccolta di una interessantissima documentata
raccolta di annotazioni, di dati, di riflessioni e citazioni che lasciano
una splendida completa testimonianza di un periodo che nella storia d'Italia
occuperà di certo - quando il tempo farà giustizia - un ruolo
di eccezionale importanza.
Ritter parte da un antefatto, diciamo così, cioè dal
movimento cui s'ispirava senza dubbio il Fascismo ed espresso nel pensiero
del francese Maurice Barrès, a cavallo tra il 19° secolo e il
nostro. Alla base di questo pensiero era la possibilità unita alla
necessità di fondere il nazionalismo con il socialismo da cui la
nascita, nel 1911, a Parigi, del circolo Proudhon. Risale a questi precedenti
l'azione di Benito Mussolini.
Poi, un racconto semplice ma completo, affascinante e soprattutto documentatissimo.
Una esposizione imparziale, diremmo storica, non soltanto per la ricchezza
di riferimenti ma anche per la logicità delle considerazioni. "Alla
vitalità della stirpe s'accompagnò nel Ventennio lo sviluppo
dell'economia nazionale" scrive l'A., che sostiene la sua affermazione
aggiungendo "il volume della produzione agricola totale ad esempio,
crebbe, nel periodo 1922-1937, del 47,8%, mentre la popolazione aumentava
dell'11,1%.
E soprattutto tante verità, verità ignorate dai più,
tenute nascoste da chi vuol continuare a criminalizzare Mussolini. Scrive,
per esempio, Ritter: "Di fatto, Vittorio Emanuele III aveva sempre
considerato l'esercito una sua proprietà personale, lasciando a
Mussolini l'illusione di una autorità, in realtà solo l'illusione
di una autorità, in realtà solo formale, come ministro delle
Forze Armate; in verità non c'era nomina di un comandante di corpo
d'armata e di spostamento di un colonnello che il re non controllasse.
Così che il monarca continuò per vent'anni ad imporre a Mussolini
quel maresciallo Badoglio e la sua camarilla di generali piemontesi che,
nel 1917, con la loro megalomania, ristrettezza di mente, incapacità
di prendere rapide decisioni, ed il poco coraggio di alcuni, di fatto erano
stati i grandi responsabili dell'impreparazione e della condotta delle
operazioni che avevano portato l'esercito italiano alla rotta di Caporetto.
Alla vigilia dell'ormai inevitabile conflitto con l'Inghilterra, il maresciallo
Badoglio aveva finito per cumulare le cariche di capo di Stato Maggiore
Generale, di capo del Comitato per l'indipendenza economica, di presidente
della Commissione suprema di difesa, di presidente del Consiglio delle
ricerche e della Commissione per gli studi sulle materie fondamentali per
la difesa: cariche lautamente retribuite che facevano di lui non solo il
meglio informato ma anche il diretto, primario responsabile dell'esercito".
Questa una delle tante testimonianze contenute nelle pagine scritte
da Ritter che definire pagine d'oro non è fuori posto, pagine che
meriterebbero d'essere tutte citate, riprodotte, diffuse, tanto sono chiare,
documentate, sincere costituendo un vero decisivo "contributo alla
Storia d'ltalia dal 1860" come dice il sottotitolo dell'opera che,
ripetiamo, è davvero un peccato sia fuori commercio.
S.M.
VOLONTA' n. 4 aprile 1994
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Pietro Ciabattini SIENA FRA LE SCURE E LA
FALCE E MARTELLO
pag. 448 - Lit. 50.000, Ed. I Mori - A.G. Ticci, Pian dei Mori 278,
53018 Sovicille (Siena)
Autore:
Ciabattini, Pietro
ISBD:
Siena fra la scure e la falce e martello : - Siena : I mori, 1991 - 447
p. : ill. ; 24 cm.
Livello
bibliografico: Monografia
Tipo
documento: Testo a stampa
Nomi:
Ciabattini , Pietro
Soggetti:
Siena - 1926-1950
Classificazione:
945.581 - STORIA DI SIENA
Paese
di Pubblicazione: IT
Lingua
di Pubblicazione: ita
Localizzazioni:
CT0062 - Biblioteca regionale universitaria - Catania - CT
FI0098 - Biblioteca nazionale
centrale - Firenze - FI
RM0267 - Biblioteca nazionale
centrale Vittorio Emanuele II - Roma - RM
Codice
identificativo: IT\ICCU\CFI\0262231
Pietro Ciabattini nasce a Siena e dei senesi ha
tutte le caratteristiche. E' innamorato della sua città e dei suoi
cittadini. Vive la sua Siena, le contrade, le piazze, i vicoli, i monumenti,
il Palio, con amore e non accetta che la faziosità ingenua che si
manifesta per il Palio possa travalicare per, alimentare la faziosità
politica che provocò dal 1944 agli anni del dopoguerra tanti lutti
ed uccisioni d'inermi ed innocenti.
Figlio di un esponente fascista di Siena, ricorda
gli anni dell'affermazione dei fascismo nella sua città, citando
fatti, episodi e nomi; narra del famigerato 8 settembre 1943 che marca
una scelta di campo fra i senesi all'ingresso delle truppe francesi nel
luglio del '44.
Arruolato, come il padre, nelle formazioni della
R.S.I., si ritrova al nord fino alla fine della guerra. Il campo di Coltano
lo accoglie prigioniero, ma, una volta liberato, non può rientrare
a Siena per non incorrere nelle persecuzioni alle quali già fu sottoposta
la madre per mano rossa.
Il «diario» attento e preciso nella
esposizione degli avvenimenti è un modo per entrare nella vita di
una città che si sente diversa dal «Contado» che preme
e che spesso è causa dei «fattacci» che accaddero all'interno
delle mura di Siena. I senesi, sia da una parte che dall'altra, non parteciparono,
se non con pochi elementi, alle pagine sanguinose che i comunisti vollero
provocare e scrivere. I «cittadini», pur nella diversità
delle opinioni e delle adesioni, non varcarono la soglia dello schiaffo
e tutto si componeva bonariamente con opportuni interventi nell'uno o nell'altro
campo.
Durante il fascismo, gli antifascisti si contavano
sulla punta delle dita e passavano il tempo a mugugnare al Bar Italia,
esposti alla beffarda commiserazione degli altri.
Le vicissitudini della guerra e l'occupazione nemica
permisero, agli opportunisti di sempre, di cambiare campo e bandiera con
non poco danno per i «puri» che si ritrovarono responsabili
di ogni evento.
Il testo è molto interessante anche per le
analisi e le considerazioni che l'Autore vi riporta. Numerosa la documentazione
fotografica. E' raccomandato a chi vuole avere una esatta visione di un'epoca
demonizzata per bassi interessi di cucina partitocratica.
NUOVO FRONTE N. 112 (1992) Rubrica "Leggiamo assieme"
a cura di M. Bruno.
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