LUCIANO USAI Cappellano dei Guastatori Sanna
Michelangelo
San Gavino Monreale (CA), Edizioni Fiore, 1993, pag. 160, formato cm.
15,8x21,4, prezzo lire 20.000 (sconto 20% per richieste tramite “Volontà"
o all'autore: via Satta 3/5 - 09037 San Gavino Monreale - CA - tel. 070/9339019).
Sanna, Michelangelo
ISBD:
Luciano Usai missionario Cappellano dei - San Gavino Monreale, 1993 - 157
p. : ill. ; 21 cm.
Livello
bibliografico: Monografia
Tipo
documento: Testo a stampa
Nomi:
Sanna, Michelangelo
Paese
di Pubblicazione: IT
Lingua
di Pubblicazione: ita
Localizzazioni:
CA0017 - Biblioteca dell'Archivio di Stato di Cagliari - Cagliari - CA
CA0194 - Biblioteca universitaria
di Cagliari - Cagliari - CA
TS0013 - Biblioteca civica
Attilio Hortis - Trieste - TS
Codice
identificativo: IT\ICCU\CAG\0014122
Tutti i Cappellani militari nei reparti operativi
durante l'ultima guerra si sono comportati esemplarmente, hanno vissuto
storie eroiche, ma forse nessuna storia, nessuna avventura è paragonabile
a quella di padre Luciano Usai. Una storia raccontata semplicemente, senza
pretese, ma ben documentata da chi, Michelangelo Sanna, gli fu a lungo
vicino.
Padre Luciano Usai, sardo verace, Cappellano del
31° Battaglione Guastatori, con il suo reparto visse l'epopea eroica
e sfortunata d'Africa sfidando ripetutamente gravi pericoli affiancando
e sostenendo - con la parola e l'esempio - i suoi ragazzi ottenendo, per
alcuni eroici episodi di cui fu protagonista, riconoscimenti italiani e
tedeschi al Valor militare. Ammalatosi tanto gravemente da essere in pericolo
di vita, dalla Tunisia padre Luciano veniva imbarcato su nave ospedale
e rimpatriato.
La caduta di Mussolini e l'infausto 8 settembre
1943 da padre Luciano erano vissuti con grande tormento. In quelle terribili
giornate riusciva a salvare diecine e diecine di soldati sbandati.
Chiamato come Cappellano dalla Presidenza del Consiglio
della RSI, padre Luciano era molto vicino al ministro Barracu, che in Africa
egli aveva avuto come comandante. Per portare aiuto concreto alle famiglie
dei soldati sardi arruolati nella RSI ed a quella del Ministro suo conterraneo,
che in Sardegna era perseguitata duramente, padre Usai non esitava a farsi
paracadutare sull'isola il 20 giugno 1944. Tradito da un sacerdote con
il quale s'era confidato, padre Luciano veniva arrestato come spia dei
tedeschi, quindi processato e condannato, con false testimonianze, alla
fucilazione, pena commutata - in un secondo processo - in lunga carcerazione.
Amnistiato nel 1946, padre Luciano ritornava in
Sardegna, per finire successivamente come missionario in Brasile, dove
realizzava grandi opere in favore delle popolazioni locali.
Una storia eccezionale, avvincente quanto un’avventura,
arricchita dai ricordi personali dell'Autore, ricordi della guerra combattuta
appunto nei Guastatori e ricordi della prigionia trascorsa in Texas come
irriducibile NON. Insomma un libro "nostro", che si legge d’un
fiato.
VOLONTA’ N. 2. Febbraio 1994
***
Diciamolo subito: Michelangelo Sanna non pretende di essere uno scrittore.
Puoi anche non condividerne le idee, la sua ricostruzione dei fatti e l'interpretazione
dei medesimi: lui non se n'ha a male di certo. Sicuramente resti però
affascinato dalla sua ricchissima anedottica, dalla vivacità, dalla
passione con cui accompagna le sue narrazioni-testimonianze. Sei costretto
ad ammirare la sua grande capacità di ricostruire, sul filo della
memoria, il suo vissuto.
Il libro su Padre Luciano usai nasce dal desiderio, quasi dalla necessità
di presentare una ìverità" che può non essere
compresa o che a molti può tornare sgradita: ridare una dimensione,
uno spessore umano e religioso all'esistenza del Cappellano compagno d'armi
e difenderne la memoria, rivalutando insieme il sacrificio di uomini che
morirono perché credettero in un ideale forse oggi non da tutti
apprezzato: la patria. Finata la lettura, ti accorgi che per l'Autore è
stata una liberazione, quasi l'adempimento di una promessa: a cinquant'anni
dai fatti, parlare di questi valorosi.
Nella sua premessa l'Autore dichiara di voler evocare ì momenti
di vita avventurosa... intesa come missione". Sono alcuni momenti
di vita del P. Luciano Usai, sangavinese, missionario impegnato nell'opera
di evangelizzazione, ma anche cappellano militare del 31º Guastatori
in Africa, durante la seconda guerra mondiale; decorato sul campo per il
suo coraggio dallo stesso Rommel; anima dei Guastatori a El Alamein; personaggio
discusso e controverso quando viene coinvolto nella ricostruzione dell'esercito
della Repubblica di Salò. Michelangelo Sanna, testimone di atti
di eroismo nei campi di battaglia, nel suo libro, lo propone del pieno
della sua opera, sprezzante del pericolo, mentre assolve i morenti, conforta
i feriti, incita al coraggio, sempre con il suo inseparabile Cricifisso.
Una grave malattia lo riporterà morente in Italia. L'8 settembre
sarà fatale anche per il Padre Luciano: lo coglierà infatti
sull'altra sponda allorché l'alleato tedesco diviene il nemico da
combattere. Sulla confusione di quei giorni e dei mesi che seguirono, ancora
oggi non è facile fare chiarezza. L'Autore va alla ricerca di risposte
oneste. Quale il coinvolgimento del Padre Usai nella R.S.I. alla quale
è approdato, su invito del conterraneo Barracu, come Cappellano
della Presidenza del Consiglio? Quale la parte avuta nell'arruolamento
dei militi sardi che non riescono a rientrare a casa per la mancanza di
navi? Quale fu la missione segreta affidatagli dal Comando tedesco nel
suo viaggio avventuroso in Sardegna? Come si giunse al suo arresto e perché?
Fu giusta la condanna dietro accusa di collaborazionismo e spionaggio?
Numerosi i quesiti cui non sempre è facile dare una risposta,
ma da cui l'Autore non si sottrae. Michelangelo Sanna apre una pagina di
storia di un sangavinese che ci appartiene, estremamente interessante e
dà un notevole contributo alla comprensione dei fatti.
L'impegno missionario nel Brasile, l'opera instancabile in mezzo ai
diseredati, per l'Autore, sono ulteriore prova della bontà d'animo,
della rettitudine, della grandezza del personaggio. Strettamente unite
alle vicende del Cappellano-Missionario le sorti drammatiche, dolorose
dei Compagni d'arme in una guerra non voluta, ma combattuta con disprezzo
del pericolo.
Pellegrino al Sacrario-ossario di El Alamein, Michelangelo Sanna sfiora
commosso, con delicatezza, con amore, quelle tombe. Al suo passaggio gli
uomini, per un attimo, riprendono vita: Giovanni Leccis, di Gonnosfanadiga,
medaglia d'oro al valore; Werson, inglese; ecco uomini conosciuti o appena
intravisti tra i bagliori della battaglia. Sacrifici e ancora sacrifici:
la bruciante sconfitta di El Alamein: la Ritirata, la prigionia a Hereford
nel Texas. Neppure i vincitori sono molto teneri con i loro prigionieri
fascisti: sprazzi di luce, o se si vuole, coni d'ombra sui decantati campi
di prigionia alleati.
Su tutta la narrazione, il senso dell'inutilità, la frustrazione,
l'amarezza per la futura incomprensione: sacrifici, atti di eroismo, le
stesse vite umane, se perse dall'altra parte della barricata, spesso non
riescono ancora a trovare gratitudine, rispetto, dignità. Michelangelo
Sanna scrive con schiettezza, senza infingimenti letterari, con stile scabro
perché molto ha provato sulla propria pelle, dandosi sempre una
sola risposta, quella dettata dal dovere.
Chi ha conosciuto Padre Usai non potrà non essere grato all'Autore
per la testimonianza resa; chi non l'ha conosciuto, potrà trovare
nel libro di Michelangelo Sanna i lineamenti di un missionario-soldato,
di una pagina di storia patria che ci riguarda da vicino. Di sicuro uno
strumento valido di discussione per chi ama ricercare la verità
al di là dei pregiudizi di parte.
da IL PROVINCIALE del 15 ottobre 1993
***
L’Autore ha fatto parte dei Guastatori d’Africa con Padre Usai.
Con Lui ha diviso la prigionia di guerra nel Campo di Hereford nel
Texas fino al 1946.
Il testo presentato offre l’occasione per ricordare il sacrificio ed
il valore dei Guastatori che in terra d’Africa, ad El Alamein ed in Tunisia,
superarono se stessi risolvendo situazioni drammatiche e difficili senza
esitazioni, che trovano, nel sacrificio del Caporal Maggiore Giovanni Leccis
Medaglia d’Oro al Valor Militare alla Memoria, l’espressione più
alta dell’ardimento.
In un Reparto d’assalto come il
31° Battaglione Guastatori d’Africa non ci voleva un buon curato
ma un Cappellano come Padre Usai, sempre in prima linea, sempre pronto
a confortare i feriti e ad assolvere i Caduti, esempio vivente di generosità
e di sprezzo del pericolo, un "mistico guerriero’’ come scrive Paolo
Caccia Dominioni, Comandante del 31°, esposto alla morte quanto i Suoi
Soldati.
Una medaglia d’Argento, due di Bronzo, una Croce al Valor Militare,
Croce di Ferro Tedesca e Ordine Militare dei Panzer, proposta per una se
conda medaglia d’Argento, riassumono la partecipazione di Padre Usai alle
vicende belliche in terra d’Africa.
Quando in un Reparto si ha la fortuna di avere un siffatto Cappellano
tutto diviene più facile nel governo degli uomini che trovano conforto,
incitamento e sprone.
L’8 settembre Padre Usai non ha esitazioni e sceglie la Repubblica
Sociale. Non tradisce i Caduti, ma trova il modo di attenuare l’odio di
parte. Paracadutato in Sardegna, viene tratto in prigionia. Al termine
delle ostilità sceglie di portare la Parola di Dio in terra di Missione
senza dimenticare la Madre Patria.
Leggere questo libro è avvincente come un libro d’avventure,
un’avventura che si conclude l’11 settembre 1981, in Brasile, mentre celebra
la S. Messa, stringendo in mano il Crocefisso che lo aveva accompagnato
in guerra e che aveva confortato tanti Soldati.
È un libro da leggere e da meditare alla ricerca dei valori
perduti, è un libro da regalare ai giovani, è un libro da
regalare ai tanti preti che dell’ignavia e del pacifismo hanno fatto un
campo di devastazione morale della nostra gioventù.
NUOVO FRONTE N. 221 (2002) Rubrica "Leggiamo assieme"
a cura di M.Bruno.
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Enzo Erra NAPOLI 1943 LE QUATTRO GIORNATE
CHE NON CI FURONO
pag. 192, L. 22.000, Longanesi & C., Corso Italia 13, 20122 Milano
Erra, Enzo
ISBD:
Napoli 1943 : le quattro giornate che non ci - Milano : Longanesi, [1993]
- 190 p. ; 21 cm. - Il cammeo
Collezione:
Il cammeo
Livello
bibliografico: Monografia
Tipo
documento: Testo a stampa
Numeri:
ISBN - 88-304-1163-9
Bibliografia Nazionale -
93-8513
Nomi:
Erra, Enzo
Soggetti:
Guerra mondiale 1939-1945 - Napoli - 1943
Classificazione:
940.534573 - PARTECIPAZIONE DELL'ITALIA ALLASECONDA GUERRA MONDIALE. Napoli
(prov.)
Paese
di Pubblicazione: IT
Lingua
di Pubblicazione: ita
Localizzazioni:
AL0135 - Biblioteca dell'Istituto per la storia della Resistenza e della
societa' contemporanea in provincia di Alessandria - Alessandria - AL
AQ0156 - Biblioteca della
Facolta' di lettere e filosofia dell'Università degli studi di L'Aquila
- L'Aquila - AQ
BG0367 - Gruppo biblioteche
speciali di Bergamo - Bergamo - BG
CN0065 - Biblioteca civica
- Mondovi' - CN
FC0011 - Biblioteca comunale
Malatestiana - Cesena - FC
FI0098 - Biblioteca nazionale
centrale - Firenze - FI
LI0011 - Biblioteca comunale
Labronica Francesco Domenico Guerrazzi - Livorno - LI
MC0221 - Biblioteca del
Dipartimento di scienze storiche, documentarie, artistiche e del territorio
dell'Universita' degli studi di Macerata - Macerata - MC
MI0185 - Biblioteca nazionale
Braidense - Milano - MI
MI0305 - Biblioteca Ferruccio
Parri - Milano - MI
MI0339 - Biblioteca delle
Civiche raccolte storiche. Museo del Risorgimento - Milano - MI
MI1262
MO0127 - Biblioteca comunale
Francesco Selmi - Vignola - MO
MO0135 - Biblioteca civica
Antonio Delfini - Modena - MO
NA0070 - Biblioteca universitaria
- Napoli - NA
NA0079 - Biblioteca nazionale
Vittorio Emanuele III - Napoli - NA
NA0097 - Biblioteca della
Societa' napoletana di storia patria - Napoli - NA
PD0316 - Biblioteca generale
della Facolta' di scienze politiche Ettore Anchieri dell'Universita' degli
studi di Padova - Padova - PD
RA0016 - Biblioteca comunale
Manfrediana - Faenza - RA
RA0030 - Biblioteca di storia
contemporanea - Ravenna - RA
RE0052 - Biblioteca municipale
Antonio Panizzi - Reggio Emilia - RE
RM0098 - Biblioteca della
Fondazione Istituto Gramsci - Roma - RM
RM0267 - Biblioteca nazionale
centrale Vittorio Emanuele II - Roma - RM
SA0060 - Biblioteca dell'Archivio
di Stato di Salerno - Salerno - SA
TO0019 - Biblioteca civica
- Bibiana - TO
TO0473 - Biblioteca dell'Istituto
storico della Resistenza in Piemonte - Torino - TO
TV0087 - Biblioteca comunale
- Resana - TV
VE0047 - Biblioteca Querini
Stampalia - Venezia - VE
Codice
identificativo: IT\ICCU\LO1\0316742
La storia di questi ultimi cinquant'anni è
stata scritta sulle menzogne di regime e sulle esagerazioni.
Un'accozzaglia di pacifisti e di rinunciatari, di
negatori della Patria e di professionisti della tangente, legittimati dalle
baionette dei vincitori, per consolidare il proprio potere, ha sentito
la necessità di costruirsi un passato eroico profittando delle scelte
effettuate da quei pochi che, in contrasto con le bande comuniste ree di
nefandi delitti, operarono la scelta di campo che prese il nome di Resistenza.
Delle centinaia di migliaia di Italiani che militarono
nelle fortnazioni della R.S.I., opponendosi allo slavo ed agli anglo-americani,
non si fa parola; le foibe, le fosse comuni, gli eccidi ed i delitti che
insanguinarono il dopoguerra, sono relegati fra la cronaca nera perciò
non meritevoli di menzioni ufficiali.
Le quattro giornate di Napoli «ufficializzate»
da storici, stampa e tromboni di regime non sfuggono alla logica mistificatoria.
Il sangue, le sofferenze, la dignitosa sopportazione
di tre anni di bombardamenti con migliaia di case sventrate, di profughi,
di morti e mutilati, l'eroico comportamento di migliaia di napoletani sui
vari fronti di guerra diventano poca cosa di fronte ad alcune bande di
ribelli che «cacciano» un esercito che non c'è in quanto
non interessato a Napoli. Piccole scaramucce si trasformano in epiche battaglie,
ed il sacrificio generoso di una decina di ragazzi diviene l'epopea di
un popolo che, invece, stanco e deluso attendeva la soluzione dei propri
problemi accampato fra le macerie della città.
Persino il numero dei giorni di «Resistenza»
non risponde a verità perché, due, forse, tre giorni di sparatorie,
contro qualche pattuglia isolata, sembravano pochi per dare lustro ai soliti
politici che si appropriarono dei fatti per ottenere lustro e benemeranze.
Il libro di Erra, con prosa efficace e controllabili
riferimenti ristabilisce la verità.
Crollano le ideologie e debbono crollare anche le
menzogne di supporto. I fatti debbono essere valutati per quello che sono,
la tragedia della guerra non può e non deve divenire comodo piedistallo
di potere per chi ha costruito carriere sulle spalle dei Caduti, esaltandone
alcuni e condannandone altri.
Verità e giustizia, questo chiedono gli italiani
e non impossibili abiure.
Il testo presentato concorre a ristabilire la verità,
ridimensiona i testi ufficiali e collabora a riscrivere la Storia di quel
giorno malefico che fu l'8 settembre 1943.
NUOVO FRONTE N. 138 (1994) Rubrica "Leggiamo assieme"
a cura di M. Bruno.
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Gianfranco Stella RIFUGIATI A PRAGA. I PARTIGIANI
ITALIANI IN CECOSLOVACCHIA
pagg. 192 - L. 25.000, Ed. SO.ED.E., Via Gabici 13, - Ravenna
Stella, Gianfranco
ISBD:
Rifugiati a Praga : i partigiani italiani in - [S. l. : SO.ED.E.], 1993
- 190 p. : ill. ; 22 cm.
Livello
bibliografico: Monografia
Tipo
documento: Testo a stampa
Nomi:
Stella , Gianfranco
Soggetti:
EMIGRATI POLITICI ITALIANI - Cecoslovacchia
PARTIGIANI ITALIANI - Processi
RESISTENZA - Italia
Classificazione:
943.7033 - STORIA DELLA CECOSLOVACCHIA,1939-1945
Paese
di Pubblicazione: IT
Lingua
di Pubblicazione: ita
Localizzazioni:
RA0014 - Biblioteca comunale Luigi Varoli - Cotignola - RA
RA0016 - Biblioteca comunale
Manfrediana - Faenza - RA
RA0030 - Biblioteca di storia
contemporanea - Ravenna - RA
RA0036 - Biblioteca comunale
Classense - Ravenna - RA
RA0044 - Biblioteca comunale
- Solarolo - RA
RA0122
RM0255 - Biblioteca di storia
moderna e contemporanea - Roma - RM
RN0013 - Biblioteca civica
Gambalunga - Rimini - RN
TS0252 - Biblioteca del
Dipartimento di scienze geografiche e storiche dell'Universita' degli studi
di Trieste - Trieste - TS
Codice
identificativo: IT\ICCU\RAV\0232147
Gianfranco Stella è un attento studioso
dei gravi fatti di sangue avvenuti in Italia nel dopoguerra ad opera delle
bande partigiane comuniste impegnate a proseguire la lotta di classe con
il terrore, le uccisioni e le rapine infangando anche gli ideali di chi
in onestà d'intenti aveva combattuto senza eccessi.
Fallito il sogno di realizzare in Italia una repubblica
sovietica, vittime della spartizione dell'Europa in aree d'influenza, i
comunisti dovettero rispondere alla Giustizia per gli eccidi e le stragi
commessi. Furono migliaia gli arrestati per gravi fatti di sangue ed innumerevoli
i processati ed i condannati a lunghe pene detentive. La salvezza venne
ricercata nella fuga presso il paradiso comunista. Varcando clandestinamente
la frontiera con la Jugoslavia trovavano successiva accoglienza nella stessa
repubblica o in Cecoslovacchia.
La delusione fu grande. Furono assoggettati ai lavori
più umili e pesanti, come forzati. Quando Tito si allontanò
dall'invadenza di Stalin non furono pochi i partigiani condannati a pene
detentive o espulsi dal paese. In tale situazione furono provvidenziali
le amnistie di Togliatti, che permisero il ritorno in circolazione ad autentiche
belve assetate di sangue.
Nel testo presentato sono descritte le stragi, gli
omicidi, le atrocità commessi durante e dopo la guerra, contro fascisti,
partigiani, famigliari di partigiani, borghesi, religiosi, in nome della
lotta antifascista e di classe.
L'esito dei processi, la fuga, la vita disperata,
le amnistie togliattane completano il quadro che Stella ricostruisce per
una completa informazione sul periodo più tragico della nostra storia
che ancora incide, per l'influenza che i comunisti esercitano controllando
i massmedia (i cui gestori sembrano ingessati dalla paura), sui rapporti
politici odierni.
La lettura è piacevole ed avvincente per
la qualità e la quantità delle documentazioni prodotte. Si
consiglia la lettura a tutti coloro che desiderano conoscere quale fu la
realtà di quei giorni, per opporre argomenti validi a chi ha subito
il lavaggio del cervello da parte del regime che ha prodotto miseria e
corruzione.
NUOVO FRONTE N. 138 (1994) Rubrica "Leggiamo assieme"
a cura di M. Bruno.
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